venerdì 30 novembre 2012


Che blog generalista sarebbe senza parlare di cinema?
Nuova rubrica: il film della settimana!

Questa settimana parliamo di Gunny (titolo originale Heartbreak Ridge) di Clint Eastwood.

Questo film. datato 1986, è da molti ritenuto, a torto, un'opera minore del grande attore e regista statunitense.
Certo, non ha le finezze visive e narrative di alcuni suoi ultimi lavori, tipo Gran Torino o Million Dollar Baby, ma è un film godibilissimo, anche per chi non è appassionato di cinematografia bellica.
La storia è piuttosto semplice, l'arcigno sergente artigliere (Gunny significa proprio questo) Tom Highway riesce, dopo molte insistenze, a farsi trasferire nuovamente ad un reparto combattente dei marines, nonostante l'età e il carattere non giochino a suo favore.
Il film si dipana con uno schema classico, schema che da Full Metal Jacket in giù verrà ripreso svariate volte, ovvero prima parte sul duro addestramento delle reclute e la seconda incentrata sul battesimo del fuoco.
Il punto originale del film di Eastwood è il ribaltamento del punto di vista. Nel già citato FMJ, ma anche nel nostrano "Soldati, 365 all'alba" di Marco Risi, la storia viene narrata con gli occhi del soldato semplice, spesso contrapposto ad un addestratore duro e spietato (vuoi che sia il Sergente Hartman o il tenente Fili). Invece in Gunny il protagonista è "l'altro", il militare tutto di un pezzo, il sergente che spezza i suoi uomini per ricostruirli a sua immagine e somiglianza.
Come dicevamo il film è divertente ed ironico, in perfetto stile Eastwood, la prima parte è più avvincente la seconda un po' meno, soprattutto perché cerca di far passare l'attacco a  Granada da parte degli Stati Uniti (Operazione Urgent Fury, 1983) per una grande operazione militare, quando in realtà fu poco più che una scaramuccia, tenendo conto delle dimensioni delle forze armate dell'isola caraibica.
In compenso gli episodi che vediamo nel corso della seconda parte sono in larga parte veramente accaduti. Mi sono andato a leggere questo report del Joint History Office americano e ho ritrovato, leggermente romanzate, molte delle scene più avvincenti del film, come quando i marines prendono utilizzano un bulldozer per proteggere la propria avanzata.
Concludendo consiglio a tutti la visione, oltre tutto al termine del film scoprirete che "un AK47 fa un rumore caratteristico quando te lo scaricano addosso", informazione che al giorno d'oggi fa sempre comodo.

venerdì 9 novembre 2012

Lo strano caso di Giuliano Palma

Sapete tutti chi è Giuliano Palma? Giuliano Palma  (G. P. per gli amici, o almeno credo) è quel signore che ultimamente in radio tiene a farci sapere che, per combattere lo stress,  fuma (solo un po') e poi gioca a P.E.S. Tutto questo a 47 anni suonati. Contento lui.
Chi ascolta i grandi network nazionali, per esempio Radio Deejay o RTL, saprà anche che l'artista in questione è una presenza fissa, o quasi, dei palinsesti.
La cosa curiosa però è il repertorio. Giuliano Palma parte, a mio avviso molto bene, con i Casino Royale, uno dei gruppi più originali dei primi anni novanta italiani. Poi, come succede a molti, si perde. Purtroppo per noi però non si perde nell'oblio. Cambia invece genere e si dà alle cover. Niente di male fare cover. Praticamente tutti i gruppi iniziano con le cover di artisti famosi. Centinaia di onesti lavoranti   musicali sbarcano il lunario ogni week end reinterpretando brani celebri nei locali di provincia o nei piano bar. Per non parlare delle più celebri cover band, tipo la Combriccola del Blasco e i Killer Queen (le prime due che mi sono venute in mente), che fanno musica di assoluta qualità. Quindi anche il nostro si dedica a questa pratica in maniera assidua, riarrangiando in chiave ska e reggae brani famosi, specialmente anni '60. L'idea può anche essere carina e originale. Però non può essere riproposta per anni, più di 10 per l'esattezza, tenendo conto che il primo album di Giuliano Palma & The Bluebeaters, la sua band,  è del 1999 (grazie wikipedia). Sia che si tratti di Wonderful Life o Per una Lira, le canzoni al nostro beniamino escono tutte uguali. Spiccicate.  Eppure questi brani imperversano nei network di cui sopra. Il sospetto è che G.P. goda di un notevole endorsement da parte dei conduttori  delle varie radio  private, che, nonostante questi album raramente entrino in classifica, regalano al nostro ripetuti passaggi.
Non me voglia il buon Giuliano, ma se proprio deve ripescare qualcosa, perché non riporta in auge i Casino Royale? Ma senza arrangiamenti reggae, please.

mercoledì 7 novembre 2012

"Lepanto. La battaglia dei tre imperi" di Alessandro Barbero

Iniziamo subito con una recensione su una lettura semplice semplice, Lepanto. La Battaglia dei tre imperi di Alessandro Barbero. Agile volumetto di oltre 600 pagine dedicato alla celebre battaglia del 1571. Ironia  a parte questo libro mi è piaciuto moltissimo. E adesso vi spiego perché. Innanzi tutto presentiamo l'autore, Alessandro Barbero, storico medievista, ha la rara dote di saper coniugare una prosa piacevole, per niente ridondante, ad un rigore scientifico degno di un testo universitario. Non a caso è anche romanziere, suo il Premio Strega 1996 con Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo, oltre che divulgatore, infatti molti lo ricorderanno per una rubrica su usi e costumi in Superquark (e se non ve lo ricordate c'è sempre youtube).
Il libro analizza soprattutto, con grade dovizia di particolari,  le fasi antecedenti alla battaglia vera e propria (che in realtà si risolve in poche pagine, rispetto alla mole del testo) illuminando il lettore sulle dinamiche della politica estera del '500, che si scopriranno non molto diverse da quelle odierne . Barbero riesce inoltre a disegnare dei ritratti estremamente vivaci dei numerosi personaggi che si susseguono nella storia, portando chi legge ad avere più o meno "simpatia" per questo o per quel protagonista. 
Da un punto strettamente storico militare, anche il lettore più sprovveduto riuscirà a notare come la grande battaglia arriverà ad essere tale solamente grazie al mastodontico sforzo  logistico che i tre imperi porteranno avanti, coinvolgendo e sconvolgendo l'economia degli stati.
Chiudo con un piccola nota campanilistica, a Lepanto i toscani dell'Ordine di Santo Stefano (sotto le insegne del Papa) fecero un'ottima figura, anche se subirono le perdite più pesanti... (per scoprire il perché dovete leggervi il libro).
Lepanto. La battaglia dei tre imperi è stato di recente ristampato anche in edizione economica quindi anche chi ha il braccino può avvicinarsi a questa lettura.

martedì 6 novembre 2012


C'era bisogno di un nuovo blog?
Assolutamente no, risposta scontata. Ma visto che non costa niente, visto che scrivono cani e porci, visto che... hai visto mai, mi sono deciso a fare anche io il mio "blogghe".
Adesso vediamo di cosa scrivere.
Sicuramente recensioni, sicuramente di musica, fumetti, cinema. Teatro non credo. Sport? può darsi. Politica? mmmmm.
Cosa resta fuori? Ambiente, cultura, spettacolo. Tempo al tempo.
Perdonate l'uso smodato dei puntini di sospensione (siete autorizzati, o miei buoni lettori, a farmelo notare). Allo stesso modo ripetizioni, parole desuete, verbi sballati, possono essere fatti oggetto di segnalazione, grazie.
Per adesso basta così... a presto!
Lorenzo